Il tempo e la pausa: nuovo paradigma di salute
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Mappa mentale
Ti invito a leggere una nuova idea:
Il tempo come unità di lavoro intervallata da contenitori di pause, unità di ricarica e che creano vita ed esperienza.
Cos’è il tempo
Il tempo incalza ogni nostra nuova giornata, scandisce i ritmi di lavoro e le decisioni.
La data nel calendario è fonte di gioia e le scadenze fonte di ansia e noi siamo esseri che vivono dentro questa dicotomia psichica.
In greco il tempo è chronos (χρονος) e indica “la divisione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi”. Eventi che hanno, negli ultimi decenni, lasciato il posto alla consapevolezza che l’organizzazione del tempo è fondamentale.
“Il tempo è denaro” si diceva. Oggi a volte il tempo è stress, fino a divenire burn out, è ansia e difficoltà. Oggi il tempo incatena chi non sa gestirlo e utilizzarlo bene.
Si è diventati accumulatori di tempo e divoratori di attimi.
Con questo articolo voglio dare un nuovo senso, una nuova visione di tempo: la pafsi (παύση), o pausa in greco.
Cos’è la pausa
Studiando il concetto di pausa ho scoperto che è essenziale in molti ambiti: nella musica, ad esempio, è una sospensione temporanea del suono di uno strumento e serve per collegare e armonizzare gli strumenti e tenere il tempo. Per chi fa sub, durante una risalita, è necessario e vitale fare delle pause di decompressione.
Quindi fare una pausa in generale significa “sospendere momentaneamente un’attività”.
Perché diventa così importante imparare a prendersi una pausa?
Segui i miei articoli sulla pausa e scoprirai un nuovo modo per prenderti cura di te stesso, dell’azienda e della famiglia.
Scoprirai il modo giusto e personalizzato per migliorare la tua vita e il tuo tempo: con le giuste pause.
La pausa: nuovo spazio vitale
Fare pausa fa bene!
Trovare il modo di mettere uno stop alla vita frenetica di oggi è essenziale e certe volte nemmeno il weekend o le ferie riescono più a raggiungere il loro antico obiettivo: ricaricare.
Il motivo: la gestione sbagliata dei troppi stimoli stressogeni. E soprattutto il troppo tempo che intercorre tra una pausa efficace e l’altra. Se non addirittura non avere più pause.
Come fare?
Impara a gestire meglio le pause! E te lo dico con serena determinazione.
Un accumulo continuativo di stressori porta a creare dinamiche di ansie, emergono paure e, se non gestiamo i nostri sentimenti, anche blocchi emotivi. Il tempo diventa così nemico della nostra salute.
Emerge quindi quanto sia indispensabile rivedere la pausa come un nuovo spazio vitale.
Uno spazio dove tutto si ferma e si congela per un lasso di tempo.
Mi spiego meglio con un esempio: un lavoratore aspetta le ferie, agognate e sudate e finalmente a luglio riesce ad avere due settimane. Ma ha lavorato per dieci mesi senza soste (a volte anche nei weekend!) e ha un carico notevole. Le ferie arrivano e con sé oltre alle valigie ci sono il telefono aziendale, le scadenze… le ferie sono andate bene, ma non del tutto. 15 giorni passano in fretta, troppo! Il nostro amico così torna al lavoro sfiduciato e ancora appesantito e soprattutto con l’idea che dovranno passare diversi mesi prima di poter vedere qualche giorno di ferie. Come starà?
I contenitori del tempo
Il mio modello di lavoro basato sulle pause prevede che ci sia sempre un momento di pausa efficace durante ogni contenitore. Il carico verrà allora suddiviso e soprattutto le tensioni potranno essere contenute e non accumulate e, per chi diventerà bravo, anche abbassate.
I contenitori sono tre:
- la giornata
- la settimana
- l’anno di vita (che si conterà dal proprio compleanno)
In questa bolla temporale di pausa che cosa avviene?
- benessere fisico e mentale
- eliminazione degli stressori
- spazio nuovo per sé e nuova creatività
- maggior efficacia
- etichette dei contenitori fluide e flessibili: nulla sarà fermo e statico
5 punti che diventeranno uno spasso e un modello nuovo di vivere il tempo.
“Non devi mai far passare giornata, settimana o anno senza sentirti soddisfatto!”
Michele Dal Bo
Perché i contenitori di pause?
Un contenitore è un qualsiasi oggetto cavo atto a contenere altri oggetti, o sostanze.
Il contenitore inizia da vuoto, non contiene niente e quindi è indefinito. Poi inizio a riempirlo e anche il contenitore inizierà ad assumere un suo peculiare obiettivo: se ci verso acqua diventerà una caraffa, se ci verso immondizia diventerà un cestino, se ci verso terra e semi diventerà un vaso per piante.
Ma ogni contenitore ha un limite: prima o poi la caraffa trabocca, il cestino diventa pieno e il vaso diventerà piccolo, se la pianta cresce troppo e dovrà essere spostata in un vaso più grande.
I nostri contenitori sono la giornata, la settimana e l’anno.
Se questi tre contenitori noi li riempiamo continuamente non potremmo più usarli efficacemente, saranno pieni e traboccheranno uscendo dal proprio limite, lasciando un senso di inadeguatezza, di perdita di controllo e di possibilità di utilizzarli di nuovo.
Quindi dobbiamo imparare a gestire questi contenitori come dei contenitori di pause.
Che caratteristiche assumono i contenitori di pause?
- sono flessibili
- si adattano
- sono personali e quindi unici, “fatti su misura”
- sono svuotabili senza perdere il contenuto, ma anzi valorizzandolo e condensandolo
- sono belli e comodi da portare ovunque e non ingombrano la nostra mente
Continua a seguirmi! Nel prossimo articolo ti farò comprendere l’efficacia e l’uso di ogni contenitore.
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